Non aspettarmi, vado dove mi porta il trailer

“Breve” riassunto di un mese in bicicletta.

IMG-20160223-WA0000 (1)Scrivere un blog di viaggio mentre si viaggia è un impegno, quasi un lavoro a volte. Necessita di tempo per fermarsi, ragionare, organizzare, comunicare. Farlo mentre si viaggia in bicicletta è ancora più difficile perchè spesso mancano le energie o rimane solo il tempo per dormire, mangiare e ripartire.

Trovate i racconti della prima settimana Qui.
Un post generico sulla bicicletta Qui.
E poi le foto le trovate assieme agli altri post nella categoria “Cycling from New Orleans to Miami”.

Dopo il racconto della prima settimana eravamo rimasti con un problema al trailer mentre ci risposavamo a Dauphin Island. Lasciando l’isola incappiamo anche nella prima foratura, rattoppiamo alla buona e poi comprando gli strumenti adatti sistemiamo il tutto (inclusi due nuovi copertoni per Fabio). L’ospite di Foley ci aiuta, aprendo per noi il negozio di biciclette per cui lavora, a sistemare il trailer ed ora il tutto sembra più diritto.

Visto che è difficile raccontare di un intero mese in un post che non faccia addormentare proviamo a dividere in argomenti (potete leggervene uno o più al giorno, a seconda del vostro tempo che tanto per un altro po’ non scriverò..)

  • La strada
  • Il trailer
  • I cambiamenti nel fisico
  • Warm Shower VS Couch Surfing VS Campeggio (selvaggio)
  • Gli Snowbird
  • Facciamo il punto della situazione

 


 

La strada

WG2_1364Le strade americane sono fatte per le macchine, c’è da rassegnarsi. In alcuni punti vi sono delle piste ciclabili che sono ipocrite tanto quanto sia legale bere birra solo se la lattina è dentro ad un sacchetto di carta: fondamentalmente hanno dipinto sulla spalla della strada, ovvero quello spazio tra la linea di fine carreggiata ed il nulla, quello spazio che solitamente è pieno di sporcizia, vetri e cose cadute dalle macchine, hanno dipinto il simbolo di pista ciclabile. Per fortuna in quasi tutte le strade extraurbane la spalla è abbondante e permette a noi ciclisti di pedalare e alle macchine di non dover quasi spostarsi dalla loro guida distratta col cambio automatico, garantendo la sopravvivenza di tutti.
WG2_1414Da circa metà della Florida compaiono dei percorsi ciclabili. Finalmente, dopo alcune decine di miglia in cui non si vedevano altro che alberi su strade drittissime, possiamo pedalare chiacchierando tra noi, in un ambiente un po’ più protetto. I trail sono principalmente costruiti o lungo i tracciati di ferrovie dismesse o lungo strade secondarie in disuso per la costruzione di nuove highway. Al pari dei sentieri nei parchi nazionali i trail sono asfaltati, larghi abbastanza da essere carrozzabili, con tanto di segnaletica per le biciclette ed i pedoni. Tra i migliori trail percorsi fino ad ora possiamo citare il Nature Coast State Trail attorno all’area di Fanning Spring, il Suncoast trail che corre parallelo alla 589, una strada a scorrimento veloce, tra le prime colline trovate finora in Florida e il Pinella trail che collega St Petersburg con Tarpon Springs.

 

Il trailer

WG2_1327La scelta di viaggiare con un traino invece delle borse da attaccare alla bicicletta è stata una via di mezzo tra un capriccio ed una necessità per questioni di spazio e cose che avrei voluto/dovuto trasportare. Il fatto di aver scelto un rimorchio con una sola ruota, oltre al fattore puramente estetico della linea che così prende la mia bicicletta, facendo fare ‘ohhh’ a tutti quelli che mi vedono, non ha nulla di razionale ed è una scelta che non rifarei.
Il problema principale, come già detto, sta nella scarsa qualità del prodotto acquistato, ma la difficoltà di guida in presenza di vento, a basse velocità o su percorsi tortuosi e nelle manovre da fermo complica davvero la vita quando si ha un rimorchio attaccato. Dopo soli 1000km ho finalmente capito come agganciare i carichi aggiuntivi (oltre al borsone in dotazione) in modo che non ostacolino il movimento libero della struttura e quindi che il trailer non freni la bici. Diciamo che ho imparato la lezione di meccanica base nel modo più difficile: pedalando (controvento) con un rimorchio che frenava la bici.. Ora ho escogitato una qualche alchimia per cui, facendo un balletto propiziatorio, una giravolta e facendola un’altra volta, per il 70% del tempo il rimorchio è nella sua posizione di equilibrio con la bici e quindi non pesa quasi nulla.
Come morale di questa esperienza la prossima volta comprerò delle borse laterali o al massimo un rimorchio con due ruote. Ma ora nessuna lamentela, solo possibili ulteriori miglioramenti che mancano ancora più di 500km..

 

I cambiamenti nel fisico

IMG_20160207_125035 Pedalare tutti i giorni cambia il metabolismo, farlo per oltre 50km alla volta porta a dei cambiamenti ancor più profondi. Ci avevano avvertito prima di partire, ma solo vivendolo in prima persona ti puoi rendere conto dei vari dettagli: l’appetito aumenta e la fame alle volte giunge immediata come un fulmine e se non si mangia qualcosa subito ci si sente come morire; le gambe aumentano di volume, si snelliscono i polpacci e si sagomano tutti i muscoli della coscia e della gamba. Nemmeno quando facevo canottaggio a livello agonistico avevo delle gambe così; di contro per la posizione che si mantiene così a lungo la parte superiore del corpo soffre e a me è venuto un male terribile ai palmi delle mani, mentre Gaia soffre ai gomiti. La pelle si abbronza ma solo nelle zone esposte al sole e quindi per esempio sull’interno delle cosce, dei piedi e delle braccia si è quasi bianchi come sulle spalle, dove si ha sempre la maglia indossata. Un effetto indesiderato del mangiare in modo ab-normale è che cresce la pancia, non essendoci muscoli in continuo movimento nella fascia addominale ed essendoci l’inevitabile zucchero in ogni cibo consumato ci siamo visti ingrassare nonostante l’enorme sforzo fisico quotidiano.

 

Warm Shower VS Couch Surfing VS Campeggio (selvaggio)

IMG_20160209_171535 Parallelamente al famoso CouchSurfing vi sono molte altre piattaforme di ospitalità. Quella specifica per viaggiatori in bicicletta si chiama Warm Shower ed è popolata da ciclisti o simpatizzanti ciclisti da entrambi i lati del concetto di essere ospiti. La forte discriminante dell’essere in un qualche modo collegati al mondo della bicicletta crea un filtro automatico sulla tipologia di persone presenti in questa seconda piattaforma.
IMG_20160209_094107Durante quest’ultimo anno abbiamo conosciuto tantissime persone grazie a CouchSurfing ed ognuno di loro ha lasciato un ricordo e ci ha permesso di crescere. Ma dobbiamo ammettere che abbiamo conosciuto anche molte situazioni al limite della normalità. I nostri ospiti di Warm Shower finora sembrano invece molto più ‘normali’.
Un ciclista, quando arriva dopo una giornata sui pedali, ha bisogno di una doccia e mezz’ora di riposo prima di poter interagire coerentemente con chi lo ospita e questo solo un altro ciclista lo può comprendere appieno.
Campeggiare invece è un altro modo di vivere il viaggio, è più vicino alla natura o più ai limiti della società (a seconda dei punti di vista). L’America è molto diversa dall’Europa, qui è abbastanza facile trovare degli spazi disabitati o delle case senza nessuno (ovvero senza macchine parcheggiate davanti) e soprattutto delle chiese che sono chiuse durante la notte dietro le quali ci si può accampare, scappando prima della prima funzione del mattino.
I tre metodi di pernottamento sono parte del viaggio, della scoperta della cultura locale e del territorio, sono quello che ci permette di tenere il budget del nostro peregrinare basso se non bassissimo e di conoscere la cultura e le persone del posto. D’altra parte non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla [Alessandro Baricco – Novecento] e noi abbiamo una storia straordinaria di un viaggio lungo un anno da condividere coi nostri ospiti!

 

Gli snowbird

IMG_20160214_110959Nominalmente uccelli migratori gli snowbird sono la piaga e la ricchezza della Florida. Sono composti dai pensionati di tutti gli Stati Uniti che si trasferiscono per almeno un mese o due al caldo della Florida. Viaggiano su Recreational Vehicle or RV grandi come dei bus di linea i cui interni sono lussuosi e funzionali allo stesso tempo. Ve ne sono principalmente di due tipologie: i camper, grandi come bus viaggiano solitamente trainando un pickup su cui sono caricate delle biciclette, giusto per non lasciare scoperta nessuna possibilità di movimento; le roulotte, lunghe come un rimorchio di un TIR e trainate da pick-up giganteschi. Tutti i campeggi sono creati a misura di questi mostri senza lasciare nemmeno la possibilità di montare una tenda. Tutte le attività, le iniziative e le attrazioni sono a dimensione di pensionato. Per le strade si vedono macchine fiammanti tipiche da crisi di mezza età e vien proprio voglia di essere già pensionati a godersi i risparmi di una vita.

 

Facciamo il punto della situazione

Finora abbiamo percorso più di 1300km in 29 giorni. Dopo la prima settimana di corsa abbiamo rallentato un po’ il ritmo, superato il gomito della Florida abbiamo incontrato i primi parchi statali, abbiamo visto da vicino i lamantini, ci siamo rilassati e abbiamo conosciuto ciclisti che hanno attraversato il mondo o gli Stati Uniti su due ruote. Abbiamo sudato su strade noiosissime controvento, pedalato lungo spiagge dalla sabbia che sembra zucchero, dormito dietro chiese e su barche. Ci attende ancora un bel po’ di strada ma solo un mese prima del rientro in Europa. Cambieremo costa attraversando rapidamente Miami, faremo una gita in giornata alle Everglades, dove gli alligatori sostano sulla pista ciclabile, andremo poi sulla serie di ponti che porta, andata e ritorno, a Key West, per finire poi a Miami, da cui abbiamo un volo per Brussels a fine marzo, giusto in tempo con la scadenza della visa.

Leave a comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.