Washington DC, la città museo

Proseguiamo verso Sud, abbandonando Philly per visitare Washington DC, pochi giorni prima dall’ultimo discorso sullo stato dell’unione di Obama.

Siamo ospitati da un CouchSurfer che fa dentiere per professione, appena tornato da un viaggio in Brasile, dove pare abbia lasciato il cuore oltre che rompere il cellulare. La prima sera, contento di aver di nuovo tra le mani della tecnologia telefonica ci fa qualche domanda di cortesia ma non ascolta realmente nemmeno la terza parola di qualsiasi risposta o discorso che iniziamo noi.. ed è così che gli raccontiamo come abbiamo devastato casa e ci siamo poi liberati del cadavere dell’ultimo ospite (sto scherzando, che sia chiaro, non vorrei mai che poi la polizia americana prenda questa per una dichiarazione e ci blindi fuori dagli USA a vita..).

IMG_20160107_110724IMG_20160107_123448A Washington DC ci sono ancora i miei genitori, che hanno visitato Boston mentre noi bighellonavamo ancora qualche giorno a New York e visitavamo poi Philadelphia. Con loro visitiamo il museo d’arte e da loro prendiamo finalmente in consegna un pezzo di parmigiano e dello zafferano, delizia nostrana che ci è a lungo mancata.

La città di Washington DC è strana, sembra artificiale, tutte le città lo sono direte, va bene, ma questa sembra costruita come un’esposizione, come una di quelle città fantasma da set cinematografico del west, in cui c’è solo la facciata e dietro dei legni che reggono la scenografia.
La metropolitana ha tutte le fermate l’una uguale all’altra, tetre, con la volta a cassettoni in cemento illuminati dal basso, ci sono delle scale mobili lunghissime che danno ansia da quanto tempo ci mettono a portarti in superficie.

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Il centro è turistico e pieno di uffici, palazzi ufficiali, ambasciate, sedi di associazioni governative come l’FBI. IMG_20160107_150559IMG_1328Il Mall, ovvero il centro simbolico dell’America è un parco enorme, con da un lato il campidoglio, dalla sua cupola affrescata dal un pittore italo-greco Costantino Brumidi e dall’altro il memoriale a Lincoln, con la sua famosissima e fotografatissima statua. Nel centro si erge l’obelisco che si riflette nelle varie piscine di acqua ed è posto (più o meno) in linea con la casa bianca. In realtà in anni di costruzione non sono riusciti ad allineare i due edifici per problemi di cedimento del terreno del basamento dell’obelisco, ma noi apprezziamo comunque l’impegno. Tutto intorno vi sono memoriali delle varie guerre che gli Stati Uniti hanno mai combattuto, da quelle mondiali al Vietnam, con conteggio morti, statue, fontane, pozze d’acqua, simboli, medaglie e iscrizioni. 

IMG_1340Troviamo in uno dei tanti memoriali la scritta “Freedom is not free”, che ci fa riflettere sul modo di ragionare e di interpretare il linguaggio inglese. A noi italiani (o per lo meno a noi che un qualche studio classico lo abbiamo fatto) ci viene naturale interrogarci sulla derivazione delle parole e qui appare lampante come “freedom” derivi da “free”, la libertà deriva da libero. Ma siamo piuttosto sicuri che nell’interpretazione americana siano due concetti separati ed avendo la parola “free” diverse possibili traduzione il significato ‘naturale’ di quella frase sia “La libertà non è gratuita”, senza lasciare ombra al dubbio che si possa interpretare come “La libertà non è libera”, traduzione letterale non errata di per sè, ma di ambiguo significato (è uno di quei casi in cui il mio professore di Latino mi avrebbe segnato un errore grave, dicendomi anche che ero una capra). Voi come la pensate? VI siete mai interrogati sulla ambiguità dell’inglese (o sulla sua povertà di termini)? A noi è successo spesso in questi mesi di contatto prolungato con questa cultura.. Ci farebbe piacere avere qualche commento a riguardo per sapere la vostra idea!

IMG_20160107_105615I musei sono praticamente tutti gratuiti (quelli del Mall) grazie alla donazione di Smithson, da cui Smithsonian Museum. Si possono trovare musei di arte, natura, scienza, del volo, tutti ricchissimi di opere, oggetti, manufatti. IMG_1359In ognuno c’è da perdersi almeno una giornata, stando attenti che aprono alle 10 del mattino e chiudono solamente alle 17 del pomeriggio e che 7 ore bastano a malapena a visitarne uno se si è davvero interessati e non ci si sta passeggiando dentro e basta.

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BIccihieri originali rossi americani 100% doppio uso

Dopo qualche giorno nella città ripartiamo con una macchina verso Savannah, con l’idea, ancora una volta, che una distanza breve e guidabile americana sia l’equivalente di un Milano-Napoli. Salutiamo i miei genitori che partono alla scoperta di Philadelphia e poi torneranno in Europa, rimpacchettiamo gli zaini con già qualche idea bislacca (qualcuno già sa, ma non spoileriamo) per proseguire il viaggio.

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