La prima settimana

Ciao a tutti,
vi scrivo per raccontare un po’ come sta andando questo viaggio verso nord.
Come sapete siam partiti settimana scorsa da Torino, in due in macchina. La prima neve l’abbiam trovata già in svizzera, dove prima di aver fatto una colazione decente, sul San Bernardino abbiamo montato per la prima volta le catene alla macchina e ci siamo incolonnati dietro ad un porche a 30 all’ora per un 3 ore abbondanti..

La macchina è strapiena, manco avessimo dovuto trasferire casa, ma mancano naturalmente le cose più fondamentali come un’abbondante scorta di cibo.
La Germania è passata molto in fretta, su strade larghe, in cemento che al massimo della velocità raggiungibile (dalla macchina) fanno l’effetto da viadotto autostradale che prolungato da un po’ di nausea anche a chi guida.

Prima tappa Hannover, 1000 km giusti giusti, poi passando per un pranzo napoletano a Copenhaven abbiam raggiunto Gotheborg per dormire ospitati da una ragazza di BEST.
Da li poi la Norvegia, coi suoi 80Km/h massimi, ci ha accolto. Entrati nella zona sud, dei grandi fiordi i paesaggi monotoni tedeschi sono parsi un ricordo lontano, la sensazione di essere già in viaggio da mesi e la perdita della cognizione del tempo è arrivata dolce come le montagne si buttano nel mare a centinaia di km dalla linea costiera.

I primi fiordi che abbiamo incrociato rilucevano in modo strano al sole e dopo il primo pensiero che fosse il vento ad increspare l’acqua abbiamo invece constatato che erano coperti da uno spesso strato di ghiaccio. Le temperature vanno dai pochi gradi sopra lo zero ai pochissimi gradi sopra lo zero, senza quasi mai scendere sotto. Ci siamo arrampicati su montagne alte 1300 metri prima che iniziasse a nevicare, come ci siamo trovati al fianco di un fiordo, a quota pochi metri, in mezzo a nevicate spesse e secche. Come ci avevano raccontato prima di partire i norvegesi hanno due tipi di pneumatici, quelli chiodati e quelli invernali, quindi noi siamo molto probabilmente l’unica macchina con gomme estive presente nel paese, ma questo non ci ha fermato, basta montare le catene quando inizia a nevicare troppo spesso e solo una sbarra in mezzo alla strada ha fermato la nostra ascesa. I pneumatici chiodati creano, durante l’inverno, una bellissima rotaia sulla strada che quasi porta in giro la macchina sul binario corretto da sola. La velocità di 80Km/h massima è spesso la velocità giusta per percorrere le stradine strette e doppio senso con una riga gialla tratteggiata in mezzo, riuscendo anche a divertirsi nella guida.

I paesaggi sono mozzafiato, un’incrocio di acqua, montagne, cielo con nuvole basse e sprazzi di azzurro, corsi d’acqua e cascatelle. Le case sono tutte in colori ad alta visibilità, tipicamente rosse, ma anche gialle, blu acceso, beige mescolati in modo più o meno casuale tra colore delle parete e colore degli infissi. Praticamente tutte le case sono fatte in legno e anche a vederle da dentro il legno si interrompe solo dove c’è una finestra. Abbiamo constatato che il legno brucia anche a queste latitudini e che i pompieri non si preoccupano troppo della casa che sta bruciando, ormai sta bruciando d’altra parte, ma di raffreddare le case vicine (nonostante i 2 gradi e la neve che veniva giù in quel momento) in modo che non prendano fuoco a loro volta. Viaggiamo praticamente tutto il giorno in macchina, fermandoci ogni qual volta il panorama sia meritevole di una foto, al che io salto giù dalla macchina, corro a trovare l’inquadratura migliore, scatto qualche foto e poi rimonto in macchina. Quando invece non si ha voglia ci accontentiamo di fare delle foto dal finestrino, che a volte mi pare di fare il lavoro di una google car, tra gli insulti dell’autista che deve rallentare.

La connessione ad internet scarseggia (già scrivo tanto, almeno scrivo di rado), ma molto probabilmente per il fatto che non siamo assolutamente in periodo turistico, che ufficialmente qui inizia il primo di maggio. Siamo praticamente gli unici stranieri presenti in giro per queste strade e la sensazione di essere più in viaggio che in vacanza si rinforza quando non si trovano posti aperti per dormire o quando per potersi cucinare una scatola di fagioli e due uova ci si rintana con il fornelletto a gas dentro una casupola in legno fatta per proteggere chi aspetta l’autobus in mezzo alla campagna. I prezzi sono proibitivi per chiunque non abbia il loro status sociale, 20 euro per un hamburger o per un fish and chips in riva al porto, 50 euro per dormire in un bungalow con piastra elettrica e bagno del campeggio a 20 metri di pioggia e freddo dalla porta d’ingresso. Quindi ci stiamo organizzando comprando dai supermercati e cucinando noi il più possibile.

Finora abbiam percorso 4700Km da Torino e siamo ad un passo dal circolo polare artico, siamo passati per la città di Bergen, per i grandi fiordi del sud, di sfuggita da Trondheim, una sosta sull’isola di Vega, con strani uccelli dal becco lungo e ricurvo, da Mo i Rana, città fantasma (achtung zombie) e ora siamo in attesa di un traghetto che domani, in quanto domenica, parte solo alle 14:00 per  proseguire verso nord e auspicabilmente tra domani sera e dopo domani essere alle isole Lofoten.

Molte altre cose ci sarebbero da dire, ma un po’ non mi vengono in mente ora, dopo 12 ore di macchina e traghetti e un po’ ve le devo far sudare, quindi ne potremo chiaccherare davanti ad una birra, ad un caffè o un boccone :)

Dovremmo essere in grado di poter scrivere ancora tra qualche giorno, ma non assicuriamo ne puntualità, ne appuntamenti, ne pianificazioni, che qui abbiam smesso di farle dal secondo giorno, quando neanche più quando ci si perde si pensa di usare un navigatore.

un abbraccio dal grande nord,

Fabio e Ivan

Leave a comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.