Il parco Tayrona, trappola o paradiso?

In italia è ormai estate e qui lo si nota dalla massiva presenza di turisti italiani che visitano i caraibi.

Non ci mancavano affatto i turisti italiani, che gridano da una parte all’altra del bus per parlare. Sarà più difficile emergere dalla massa e farsi rispettare dai locali come viaggiatori, ora che i turisti danarosi, con risorse pseudo infinite per le loro due settimane di vacanza popolano queste terre.

PANO 20150804 144805Tra le attrazioni per turisti della zona figura il parco Tayrona, un parco naturale con alcune delle spieggie più belle al mondo (così dicono, ma noi smentiamo). L’ingresso utilizzato principalmente è a 32 km da Santa Marta, si chiama El Zaino e ci si arriva con un bus, partendo dal mercato (calle 11 con 11). All’arrivo bisogna prima assistere ad un mini corso di rispetto ambientale prima di poter acquistare il costosissimo biglietto. Con un colpo di coda tutto italiano lo sconto studenti vale solo per i minori di 26 anni, con tessera ISIC e documento. Ad un occhio turistico l’ingresso può sembrare economico, circa 15 euro, ma se confrontato con l’ingresso per i colombiani, circa 2 euro e mezzo, ci si accorge subito che non è così.. ed è ancor meno economico se uno sta viaggiando da mesi. Il modo di aggirare il pagamento esiste sempre, ma presuppone una scarpinata di 6 ore a partire da prima dell’apertura della biglietteria (e non dall’ingresso principale, dove comunque si viene controllati). E’ sconsigliato entrare di notte, per la vasta presenza di animali pericolosi selvatici che escono dopo l’imbrunire.

La parte visitabile del parco è ristretta rispetto alla superficie totale, dove vivono ancora delle popolazioni indigene.IMG 20150804 160735 I visitatori sono quasi tutti turisti stranieri ed i prezzi all’inerno sono da turismo, ovvero carissimi, a partire dall’acqua che si trova a tre-quattro volte il prezzo del supermercato. I sentieri sono tutti ben marcati, puliti ed in alcune parti pavimentati in legno e si percorrono facilmente con delle scarpe comode, non in infradito come gli americani e nemmeno con gli scarponi come noi (ma d’altra parte son le uniche scarpe che abbiamo per camminare con lo zaino).

Dentro al parco è possibile accampare e naturalmente il prezzo sale più si è vicini alle spiagge più belle, così che un campeggio più lontano e tranquillo e soprattutto ad un quinto del prezzo è la nostra scelta, ospitati da Hernan, un simpatico signore che ti fa sentire a casa tua, vicino ad Arecifes, sulla strada per Cabo san Juan, subito all’inizio sulla sinistra, per chi sta leggendo con lo scopo di andarci. Il prezzo è naturalmente commisurato ai servizi, quindi niente luce la sera ma doccie comuni e cucina a gas e altri viaggiatori con cui condividere un vero campeggio e non un condominio di tende al sole come quello di Cabo San Juan.

Le spiagge sono molto belle, ma a nostro avviso ce ne saranno di più belle più avanti nel nostro viaggio e probabilmente la Sardegna ne ha di più selvaggie e paradisiache. IMG 20150804 160159In molti posti non si può fare il bagno per la presenza di forti correnti e le grandi onde oceaniche lo dimostrano rompendosi con forza sulla battigia, lì c’è solo da godersi il mare, il suo rumore seduti sulla spiaggia. IMG 20150805 124403I posti dove ci si può bagnare sono protetti da una barriera corallina al largo, che fa diminuire l’irruenza delle onde. L’acqua è alla temperatura giusta per non volerne uscire più. Le spiaggie sono abbastanza affollate ed il passatempo preferito di un po’ tutti è quello di raccogliere gli abbondanti cocchi da terra, tagliarli, berne l’acqua e poi mangiarsi la polpa, non possiamo esimerci da questa pratica che permette anche di integrare le scarse scorte alimentari con cui siamo entrati in modo da essere autosufficienti. Veniamo introdotti all’apertura del cocco da un ragazzo di Madrid, neuropsicologo itinerante che ha lasciato casa e lavoro un cinque mesi fa e con cui passiamo i primi due giorni di esplorazione al parco.

PANO 20150805 164604

IMG 20150806 111710Gli animali che popolano il parco sono molteplici ed alcuni anche pericolosi, seppur sia minima la possibilità di incontrare serpenti velenosi e grossi felini loro sono là e la sera prima del nostro arrivo nel campeggio ci hanno raccontato di aver ucciso un serpente troppo affettuoso e curioso degli ospiti. I rumori che vengono dalla jungla di notte sono fruscii vari, richiami, gridi, stridi. Le scimmie saltellano tra i rami mangiando bacche o manghi e buttando i resti sui turisti fotografanti sotto di loro, granchi grandi come un pallone da rugby escono di notte dalla foresta e le infaticabili formiche trasportano foglie e cose tutto il giorno e la notte, creando delle vere e proprie autostrade un po’ ovunque. I pipistrelli svolazzano all’imbrunire cibandosi di zanzare ed insetti ed oltre ad averci scagazzato un po’ la tenda mi hanno schiaffeggiato con le ali quando, impudente, mi aggiravo senza luce per il campeggio, probabilmente figuravo come un’ottimo attira-insetti da sfruttare per cibarsi più velocemente.. ma loro non dovrebbero vederci al buio?? Purtroppo non sono diventato Batman nell’esperienza, mi mancano ancora i milioni di dollari..

Leave a comment

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.