Nella vecchia fattoria: Machu Picchu

I turisiti prendono un treno e poi un autobus per arrivare alle rovine di Machu Picchu, ma questo non é l’unico modo.

IMG 20150607 105105Il sistema piú economico di raggiungere l’avamposto Inca é camminare, e camminare lungo la ferrovia presa dai turisti danarosi é allo stesso tempo avventuroso, faticoso e divertente. Le opzioni sono molte e maggiore é il tratto che si fa a piedi minore é il costo che si sostiene, come spiegato nel blog del nostro amico Davide. PANO 20150605 154452Noi abbiamo scelto la via intermedia, che necessita di 3 giorni, una tenda, uno zaino leggero e prevede 12 km a piedi lungo la ferrovia e 7 ore di minibus turistico.

 

 

IMG 20150605 172352Il tour va contrattato almeno il giorno prima e all’ostello let’s go banana possono fare la prenotazione a nome tuo. Il tutto inizia presto al mattino, quando il furgoncino turistico da 16 posti fa il giro della cittá e ti viene a prendere sotto casa, con una enorme perdita di tempo di tutti, invece di dare uno o due punti di raccolta nella cittá. Di seguito si viaggia per 6 ore circa su strade di montagna, fino ai 4200m di quota tra tornanti, nebbia, camion, paesini sperduti per arrivare infine verso le due del pomeriggio ad Idroelettrica, un agglomerato di case e qualche ristorante in corrispondenza di una centrale idroelettrica. Da questo punto in poi sta tutto nelle vostre gambe, il clima é tropicale, quindi umido, la strada arrampica ma non troppo seguendo per 12km il tracciato del treno turistico fino al paesino di Aguas Calientes, ora rinominato Ciudad de Machu Picchu. L’arrivo in cittá é una lotta contro il tempo con il calar delle tenebre, é bene quindi avere una luce frontale (servitá anche al mattino seguente).

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Aguas Calientes é una cittá turistica di alberghi, prezzi gonfiati, pub, e negozi di souvenir, fortunatamente ha peró un mercato dove poter mangiare economico. L’alloggio piú economico é il campeggio che si trova a mezz’ora a piedi dalla cittá, prima della cittá, come scopriamo una volta arrivati. Camminando lungo i binari si puó arrivare comodamente al campeggio dall’ultima stazione del treno prima della cittá, quella denominata “rovine di Machu Picchu” perché si, il grande vantaggio del campeggio é che si trova piú vicino all’ingresso del complesso archeologico, facendo risparmiare mezz’ora a piedi alle quattro del mattino seguente. Il costo per una tenda é equivalente al costo per persona di una stanza di albergo economica, quindi conviene se si é almeno in due, i servizi igienici sono basilari, l’acqua della doccia é fredda, ma dopo il tanto camminare in un ambiente umido e caldo finisce con l’essere piacevole.

IMG 20150606 045444Il tour, o meglio la scalata, alle rovine di Machu Picchu inizia al mattino presto, molto presto. Alle 5 aprono le porte in basso, quindi il consiglio é di partire da Aguas Calientes alle 4.30 del mattino, o dal campeggio alle 4.55, per scoprire che giá un centinaio di persone é in coda aspettando l’apertura. Avendo la tenda in campeggio puoi anche permetterti di dimenticare la crema solare, tornare indietro a prenderla e non perdere il tuo posto in coda, come abbiamo fatto noi. Una volta aperti i cancelli inizia la corsa, dai 1800m di altezza ai 2400, al buio guidati dalle decine di luci frontali, lungo una scalinata irregolare che taglia la piú lunga e comoda strada per i bus, che porta alla biglietteria. IMGP0934L’ingresso superiore apre alle 6 del mattino e tutti i i locali dicono che in mezz’ora si é arrivati su, noi con la lingua di fuori arriviamo per le 6.10, giusto in tempo per entrare con calma sul balcone panoramico da cui si scatta la classica foto ricordo ed aspettare l’alba ed il sole che si alza da dietro le montagne che circondano la cittadella di Machu Picchu.

IMGP0984Il tour potrebbe concludersi con una passeggiata tra le rovine, un riposo tra le terrazze costruite con enormi blocchi di pietra, la scoperta del complesso sistema idrico realizzato all’interno della montagna stessa, ma non per noi che abbiamo comprato il biglietto anche per scalare l’omonima montagna. Dopo la pausa per vedere l’alba quindi partiamo alle 7.20 (questa parte apre alle 7 per chiudere la vetta alle 12) dai 2400m raggiunti per proseguire lungo una scalinata a tratti infinita, a tratti mortale, esposta al sole che sta sorgendo e si fa via via piú caldo, lungo il lato e poi la cresta e poi la vetta della montagna Machupicchu, che misura 3068 metri sul livello del mare. IMGP0945Piú di una volta ci siamo chiesti chi ce lo ha fatto fare di scegliere di salire, non essendoci altra risposta che noi stessi, facendoci forza a vicenda abbiamo continuato, ma almeno una volta abbiamo entrambi pensato di rinunciare, di tornare indietro, accontentandoci di quanto raggiunto. La vista che si gode dalla cima, invece, ripaga di tutte le fatiche e fa comprendere la geografia totale del complesso, ubicato su una doppia montagna al centro di una vallata circolare di montagne piú alte.

IMGP0942La discesa in un ora é per noi piú rapida della salita di due ore ed il sole che ci brucia la faccia ci fa ringraziare il fatto di esser partiti il prima possibile per la scalata, quando ancora non era cosí caldo. La versione ufficiale di tutti é che ci vuole un’ora e mezza a salire ed altrettanto a scendere, siamo stati nella media ma coi nostri tempi. Ci concediamo un po’ di riposo nell’erba, con vista sulle rovine, stupendoci che sia solo mezzogiorno, ma d’altra parte essendoci svegliati alle 4 del mattino é normale. Visitiamo poi la cittadella ed invece di pagare una guida approfittiamo dei turisti danarosi ascoltando le spiegazioni in spagnolo ed inglese che le varie guide gli danno. Ci lasciamo per una prossima visita la camminata fino alla porta del sol (un’ora ad andare e una a tornare, ma su sentiero piú accessibile delle scalinate fatte) ed il ponte Inca, nulla di speciale a detta dei ragazzi con cui ci siamo confrontati e con cui abbiamo condiviso, incrociandoli piú volte durante questi giorni, il viaggio. Altri due motivi (come se ne servissero) per tornare prima o poi in Perú.

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Torniamo verso sera in campeggio, dove un’altra spedizione dell’Inca Trail festeggia la sua ultima cena ringraziando le guide che hanno portato gli zaini, cucinato, montato le tende, servito e riverito gli avventurieri della comoditá lungo antiche tracce di strade Inca che bisogna prenotare almeno 6 mesi prima per poter percorrere. Da quanto sappiamo ci sono altri tratti di sentieri Inca percorribili nel sud America, alcuni piú spettacolari di queli che portano a Machu Picchu, hanno il vantaggio di essere piú economici, a volte addirittura gratuiti o non vigilati come ingresso, ma lo svantaggio che l’ultimo giorno non si visitano queste rovine.

IMGP0958Ricapitolando: 6 ore di macchina, 12km a piedi in un clima caldo umido, il primo giorno. 1200m di dislivello per una salita e discesa di gradoni in pietra sconnessi, ripidi, con il passo a volte piú alto del ginocchio, il secondo giorno. 12 km lungo i binari e 6 ore col calar delle tenebre e la notte su strade di montagna a bordo di un pulmino da 16 persone il terzo giorno. L’opzione piú corta, per veri highlanders, prevede di tagliare un giorno scendendo dalla visita della cittadella di Machu Picchu e di correre lungo la ferrovia per agguantare il pulmino alle due del pomeriggio, ma sicuramente toglie qualcosa all’esperienza.

IMGP0961Perché questo titolo al post? Semplice: Machu Picchu o montagna vecchia, era un avamposto Inca dedito all’agricoltura, insomma una fattoria di alta quota con villaggio e centro religioso annesso. La montagna cola acqua da tutte le parti, acqua buonissima che si puó bere perché il sistema di filtraggio pensato piú di mille anni fa funziona ancora ed é solo marketing dire che bisogna portarsi tanta acqua per la visita (ma d’altra parte le migliaia di persone che ogni giorno attingerebbero alle risorse idriche della montagna ne snaturerebbero l’ecosistema). Da questa rocca nascosta gli Inca servivano cibo per una gran parte dell’impero e controllavano la possibile avanzata da Nord di popoli rivali.

Stanchi morti, abbastanza sporchi, ma felici torniamo all’ostello Let’s go Banana, dove hanno custodito parte del nostro zaino per questi giorni e ci concediamo una giornata di pausa per lavare le cose, parlare con gli altri abitanti e rilassarci.

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