Visa per gli Stati Uniti, breve guida su come ottenerla dall’estero

Per un europeo entrare negli Stati Uniti d’America per turismo è facile, ma per un viaggiatore che ne vuole anche scoprire il paese può apparire più complesso.

bandiera_americana_7[1]Arrivando dall’Europa basta pagare l’ENSTA e si può accedere agli USA per un periodo massimo di 3 mesi. Richiedendo il visto invece si può accedere al continente nordamericano per un periodo di sei mesi. L’emissione del visto può essere effettuata da qualsiasi ambasciata USA nel mondo, quindi anche quando si è già in viaggio.

Scegliamo l’ambasciata di Bogotà perchè è quella che prevede una minor attesa per la prenotazione dell’intervista, vincendo su tutto il Sud America con soli 2 giorni di attesa.

Per fare richiesta di visto serve:

– Compilare u modulo chiamato DS 160

– Pagare 160$

– Prendere due diversi appuntamenti all’ambasciata (e presentarsi puntuale ad entrambi)

– Materiale (opzionale) a supporto del fatto che non vuoi fermarti a vivere negli USA, tipo contratti di lavoro o di affitto.

Il primo appuntamento è per le rilevazioni biometriche, viene ovvero scattata una foto e vengono rilevate le impronte digitali.

Noi ci siamo presentati il giovedì mattina a fare questo, assieme ad un’altra moltitudine di colombiani (ma ormai siamo abituati ad essere gli unici non locali ovunque andiamo). Al termine della sessione (in cui vieni fotografato con una reflex su sfondo uniforme dall’operatore) ci viene detto di presetarci il giorno per l’intervista (di cui avevamo già appuntamento) con una fototessera stampata: il mio disappunto si ingrossa, soprattutto per i soldi in più da dover ancora spendere..

Il secondo appuntamento è dentro l’ambasciata e si deve arrivare puntuali, a meno che non te lo dicano il giorno prima di arrivare in anticipo. Si viene controllati all’ingresso da degli operatori, in portineria da dei guardiani che passano ai raggi anche lo zaino e al successivo ingresso da un altro addetto che finalmente ti fa mettere in coda. Il primo sportello serve per farsi dare dati di recapito e a completare le informazioni personali. Viene qui ritirata la fototessera stampata, viene scannerizzata e poi attaccata con del nastro adesivo al passaporto (quando vedo che la foto viene scansionata strabuzzo gli occhi ma la burocrazia non deve per forza avere senso e noi italiani lo sappiamo benissimo). Il secondo sportello controlla le impronte digitali, per essere sicuri che la persona che accede all’intervista sia davvero quella registrata al primo appuntamento. Qui non vengono controllate tutte e 10 le impronte delle mani, ma solo a caso quelle delle quattro dita della mano destra o sinistra (operazione di 3 secondi più lenta che prendere il totale delle impronte). Il terzo sportello infine è quello decisivo, dove ti giochi il senso di tutta questa procedura: l’intervista.

Ci viene chiesto cosa vogliamo fare negli USA e perchè vogliamo entrare e possiamo riassumere l’intervista così: “State quindi viaggiando lungo tutta l’America?” “Si” “E quindi 6 mesi nel Sud America e 6 mesi negli Stati Uniti?” “Si!” “Oh God..”, visa approvata.

La procedura prevede a questo punto il ritiro del passaporto, sul quale viene stampato il visto, valido 10 anni, anche se si cambia il passaporto infatti basta portare con sè il passaporto su cui è stato stampato il visto al momento dell’ingresso negli USA.

Gentilmente infine, visto che siamo solo di passaggio per Bogotà, ci viene concessa la procedura d’urgenza che in soli 2 giorni, contro gli 8 standard, dovrebbe restituirci il nostro documento.

Il terzo appuntamento quindi è per ritirare il passaporto. Per ritirare il proprio passaporto bisogna mostrare un documento di identità. Guardiamo così per lunghi minuti con un sorriso l’addetta incredula del fatto che stiamo viaggiando solo con il passaporto e che quindi quello è il nostro unico documento, addetta che alla fine forse un po’ per ripicca o altro si trattiene la fotocopia del mio passaporto a giustificazione che non avevo altro documento che il passaporto stesso.

Così in soli 5 giorni, sette code, sei sportelli abbiamo ottenuto il nostro lasciapassare per sei mesi di viaggio negli Stati Uniti d’America.

 

PS: Una volta entrati negli Stati Uniti il tempo dei sei mesi scorre, questo vuol dire che se si visita prima l’Alaska e poi il Canada e poi si entra negli USA di nuovo il tempo di permanenza concesso per questo secondo ingresso è relativo alla data del primo ingresso. [Tratto da un’esperienza vera di un ciclista con cui abbiamo parlato] Per poter “azzerare” il tempo del visto bisogna uscire dal “continente nordamericano”, creazione fittizia che include Canada, USA, Messico e non abbiamo capito quanti altri paesi del Centro America.

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