Epilogo

Come vi ho promesso eccomi per la fine del racconto del viaggio.

Questo post è disponibile (e in originale) anche su: http://blogs.radiopopolare.it/darsena/?p=1024

Imgp0988Dopo le Dolomiti è ora di cambiare paese e di andare a trovare il gigante austriaco, il Grossglockner, affrontando la prima strada (panoramica) a pagamento di questo viaggio.
Al mattino mi raggiunge ad Auronzo di Cadore il mio compagno di viaggio di caponord. Lui in macchina ed io in moto ci avviamo verso l’Austria, cercando di trovare un compromesso per gestire la logistica di una moto ed una macchina in mezzo al traffico dei fondovalle agostani, più trafficati della circonvallazione di Milano alle cinque di sera a novembre.

Passiamo il confine lasciandoci alle spalle Le Favolose, per tornare in un paesaggio più alpino, per come l’ho conosciuto fino ad adesso. Pagato il pedaggio di accesso alla strada ci arrampichiamo su un nastro asfaltato dalle ripide pendenze, che ci porta di fianco al Grossglockner, in modo da poterne osservare ed ammirare il suo splendore ed il suo enorme ghiacciaio.

La strada è molto bella, il traffico non è eccessivo e si riesce a guidare e a divertirsi facendolo. I posti panoramici sono ben studiati e non mancano i negozi di souvenir.
Reduce però dall’avventura che ho intrapreso nell’ultima settimana non rimango particolarmente colpito dall’insieme, una valle simile l’ho già attraversata, tra Francia e Svizzera, di strade belle ne ho fatte ed il
concetto di strada turistica mi sta un po’ stretto, ma forse è più il concetto di turista che non mi piace. Infatti in ogni viaggio che faccio cerco sempre di mettermi alla prova in qualcosa, per oltrepassare il
semplice visitare e vedere e trasformarlo in “viaggiare”.

La mia moto la pensa però diversamente ed emozionata dal trovarsi lì, dopo duemila chilometri di curve eWg2 3431 passi alpini, inizia a puzzare di bruciato e a mandare fumo dalla frizione. Decidiamo di scaricare il peso di miei bagagli e di provare a proseguire così, ma il fumo e il puzzo proseguono fino a sera e anche e soprattutto in discesa, dove il freno-motore incide parecchio sull’uso della frizione.

Al mattino, dopo un necessario rabbocco di olio motore, alimento di cui i motori boxer bmw pare siano ghiotti, decido tristemente, ad un passo dalle Alpi Giulie, di tornare indietro, verso Milano, mantenendo un regime costante del motore e sperando che la moto arrivi intera.

Mentre percorro ai 100 all’ora la lunga autostrada della pianura padana, da Udine a Milano, mentre supero i camion, per poi tornare nell’ultima corsia ai miei 4000 giri motore massimi, molti pensieri e molti ricordi delle montagne appena attraversate mi passano per la testa. Nessun rimpianto per non aver concluso l’avventura prevista, perchè di programmato c’era ben poco.
La felicità di essermi divertito guidando per strade bellissime compensa qualsiasi possibile pensiero negativo.
2000 km di passi alpini e strade di montagna
6 giorni trascorsi dalla partenza
48+14+migliaia di tornanti percorsi
5500, i giri motore a cui batte il cuore in sincrono con la moto
3 amici come compagni di viaggio
1 frizione bruciata
Un altro pezzo d’Italia scoperto: montagne, nuvole, nuvole e sentieri e montagna.
Uno squarcio di chiarore sul futuro nel mare di possibilità di tanti posti
e viaggi possibili da fare la stessa canzone nella testa, da anni: “il viaggio non è l’emozione di
attimi pericolosi / il viaggio è la gioia dl tempo / pericolo è stare rinchiusi” [Il viaggiatore – L.Monguzzi – Mercanti di Liquore]

Vi abbraccio e vi saluto, cari barcaioli e cari tutti, a presto per altre avventure, buona strada, casco ben allacciato, luci accese anche di giorno e soprattutto sempre attenti a cosa fanno gli altri!

Fabio

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